La nostra società mantiene una percezione stereotipata e spesso negativa degli adulti anziani facilmente riscontrabile in ambiti quali il linguaggio, i media e l'umorismo. Una frase di uso comune come "non fare il vecchio rimbambito" denota la vecchiaia come un periodo di impotenza e incompetenza. Il termine "ageismo" è adatto per descrivere questo pregiudizio stereotipato nei confronti degli anziani.
Ageism
Discriminazione contro le persone in base all'età", coniata nel 1969 dal gerontologo statunitense Robert N. Butler. Dall’inglese Ageism, formato dal sostantivo age con l’aggiunta del suffisso -ism.
age (n.)
- "periodo lungo ma indefinito della storia umana", dal francese âge "età"; dal latino volgare *aetaticum "periodo di vita, età, anni”.
- In geologia, in riferimento a grandi periodi della storia della terra (età della pietra, ecc.)
- In inglese moderno "un secolo" (simile al francese siècle "secolo", letteralmente "un'età"), da cui l'uso plurale in Middle Ages.
-ismo
elemento formante una parola che rende i sostantivi implicanti una pratica o una dottrina.
Dal francese -isme o direttamente dal latino -isma, -ismus (fonte anche dell'italiano, dello spagnolo -ismo, dell'olandese, del tedesco -ismus), dal greco -ismos, desinenza sostantivata che indica la pratica o l'insegnamento di una cosa.
Come influisce l’ageismo sugli anziani? Iniziamo!
L'ageismo è diverso da altri "ismi" (sessismo, razzismo, ecc.), principalmente per due motivi:
1. la classificazione dell'età non è statica ma cambia man mano che si procede nel ciclo di vita a differenza della razza e il genere che rimangono costanti.
2. nessuno è esente dal raggiungere prima o poi lo status di anziano e quindi, a meno che non muoia in giovane età, dall'essere vittima dell'ageismo.
Quest'ultima è una distinzione importante, poiché l'ageismo può colpire l'individuo a due livelli. In primo luogo, l'individuo può essere ageista nei confronti degli altri. Cioè può stereotipare le altre persone sulla base dell'età. In secondo luogo, l'individuo può essere ageista nei confronti di sé stesso.
Sono state condotte molte ricerche sull'ageismo. Alcune ricerche dimostrano l'esistenza di alcuni problemi riguardanti gli atteggiamenti ageisti.
- L' uso di popolazioni prevalentemente giovani per studiare l'ageismo:
la maggior parte delle ricerche sull'ageismo utilizzano come soggetti bambini, adolescenti o giovani adulti ed esaminano la loro percezione degli adulti più anziani. Solo pochi studi hanno utilizzato come soggetti soprattutto persone istituzionalizzate non rappresentando così la grande maggioranza degli adulti anziani.
- La ricerca di Martel e Northcott sull'ageismo esamina raramente l'interazione tra l'ageismo e altri "ismi" :
molti individui sono in grado di sperimentare più di un pregiudizio per cui è necessario esaminare l'interazione tra questi. Vengono così delineati quattro fattori che hanno contribuito a creare un'immagine negativa dell'invecchiamento:
1. Paura della morte nella società occidentale
La civiltà occidentale concepisce la morte come esterna al ciclo della vita umana e non è vista come parte naturale e inevitabile del corso della vita.
Ciò può essere in contrasto con la filosofia di vita orientale, dove la vita e la morte fanno parte di un ciclo continuo a differenza della società occidentale, in cui, essere una persona significa essere vivi e avere il controllo degli eventi della propria vita.
2. Attenzione sulla cultura giovanile nella società
I media, la televisione e i romanzi pongono l'accento sulla giovinezza, sulla bellezza fisica e sulla sessualità. Gli adulti più anziani sono principalmente ignorati o ritratti negativamente
3. Attenzione della cultura sulla produttività in termini di potenziale economico
Si pensa che, le estremità del ciclo di vita, ossia i bambini e gli anziani, siano considerate improduttive. Solo che i bambini, sono visti come dotati di un potenziale economico futuro, quindi come un investimento.
Invece gli anziani sono percepiti come una passività finanziaria poiché, al momento del pensionamento, l'adulto anziano non è più considerato economicamente produttivo nella società e quindi viene svalutato.
4. Metodo in cui l'invecchiamento è stato originariamente studiato
Studi gerontologici hanno rafforzato l'immagine negativa dell'adulto anziano. Quando si è iniziato a studiare l'invecchiamento, i ricercatori si recarono negli istituti di assistenza dove era facile trovare gli anziani.
Ma le prime ricerche si sono basate su individui anziani non benestanti e istituzionalizzati. Per cui è ancora necessario intraprendere ulteriori ricerche utilizzando una popolazione anziana sana e residente nella comunità.
Genere e ageismo
L'ageismo ha un impatto sia sugli uomini che sulle donne. Sono stati condotti studi da parte di Riley e Foner sulla stereotipizzazione negativa delle donne e degli uomini anziani denotando una differenziazione.
Le donne costituiscono la maggioranza della popolazione anziana, ma vengono ampiamente ignorate e vengono definite come inattive, asessuate e inefficaci.
Non a caso, la donna anziana senza sesso è un tema comune soprattutto nell'umorismo e nei biglietti d'auguri. Infatti le barzellette sulle donne anziane di solito attribuiscono alla donna anziana aggettivi come solitaria, frustrata e raggrinzita. Spesso sono considerate malsane e ipocondriache. Si può notare che gli uomini anziani sono percepiti come più sani delle donne anziane anche se, in media, le donne vivono sette anni in più degli uomini. Tuttavia, sulle misure della salute fisica percepita, non sono state riscontrate differenze tra uomini e donne anziani. Pertanto, l'immagine della donna anziana come malsana o ipocondriaca è un mito.
Invece gli uomini anziani sono percepiti come più "femminili" con l'età ed è come se la femminilità fosse equiparata alla dipendenza psicologica e alla timidezza.
Silverman ha condotto uno studio per esaminare le differenze di età negli stereotipi di ruolo sessuale degli uomini. Ai soggetti è stato chiesto di valutare un uomo medio di 25, 35, 45, 55 e 65 anni. I risultati hanno indicato che le donne in generale e gli uomini di 65 anni sono stati valutati significativamente più femminili, timidi e dipendenti in età avanzata.
Prospettive interculturali
La maggior parte degli studiosi riportano risultati che supportano l'opinione che gli atteggiamenti verso gli anziani sono più favorevoli nelle società primitive e diminuiscono con l'aumento della modernizzazione fino a diventare generalmente negativi nelle nazioni occidentali industrializzate. Per cui, più la società è "civilizzata", più è probabile che sia ageista e che mantenga atteggiamenti negativi nei confronti degli anziani.
Secondo Slater, gli uomini del Medio
Oriente considerano la vecchiaia come il culmine della vita. Gli uomini anziani sono considerati come se avessero raggiunto uno status e un prestigio elevati; infatti la parola "sceicco" significava originariamente "vecchio". Tuttavia, non viene menzionato lo status delle donne in età avanzata in Medio Oriente.
Lo status e il potere delle donne aumentano in molte culture dopo la menopausa. Okada afferma che la vecchia vedova ha un grande potere nella famiglia giapponese. In queste società le donne in post-menopausa sperimentano una maggiore libertà sessuale, il diritto di partecipare ai rituali, il diritto di partecipare alla sfera politica della società e una diminuzione della quantità di lavoro richiesto in casa. Per quanto riguarda il lavoro, ci si aspetta che la donna anziana sia benestante.
Le differenze interculturali negli atteggiamenti verso le persone anziane possono essere in parte dovute alle diverse prospettive sociali. Nella società occidentale la morte non è vista come una parte naturale del ciclo vitale a differenza invece del Giappone o del Medio Oriente in cui la vita e la morte sono considerate come un processo continuo mostrando meno atteggiamenti ageisti. Inoltre, gli individui più anziani sono considerati produttivi e spesso sono considerati come i mediatori del potere all'interno di queste società. Questo può essere confrontato con la società occidentale, dove gli adulti più anziani sono considerati improduttivi e quindi negativi.
SCRITTO da: ARIANNA MERRA
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